L’otite è un’infiammazione a livello auricolare che, a seconda della parte dell’orecchio colpita, si distingue in:
- Otite interna;
- Otite media;
- Otite esterna;
- Mitingite;
La forma più comune di otite nei bambini è sicuramente quella media, che può essere acuta o cronica.
Per saperne di più su questa patologia, abbiamo intervistato il Dott. Roma, dirigente medico del Reparto Otorinolaringoiatra dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e specialista in otorinolaringoiatria del Poliambulatorio Pediatrico Belvedere.
I. Dott. Roma è davvero così frequente, così come si dice, l’otite media nei bambini?
R. Da un punto di vista epidemiologico circa l’80% dei bambini ha avuto un episodio di otite media prima dei 10 anni. Nel 5% dei bambini di età compresa tra 2-4 anni è presente una ipoacusia dovuta ad un’otite dell’orecchio medio della durata di 3 mesi o più. Quindi riassumendo sì, i dati confermano questa tendenza.
I. Da cosa è caratterizzata questa tipologia di otite prettamente “pediatrica”?
R. L’otite media catarrale è una patologia che deriva dall’infiammazione dell’orecchio medio e si caratterizza per un versamento mucoso o sieroso, come detto può essere acuta o cronica.
I. Quali sono i sintomi più comuni dell’otite media catarrale?
R. Quelli principali sono l’ipoacusia (un sostanziale indebolimento dell’apparato uditivo) e la sensazione di pienezza auricolare che però solitamente non provoca nessun episodio di otalgia o febbre, cosa che rende la patologia subdola e di difficile diagnosi.
I. Esistono dei fattori generali che predispongono a questa patologia?
R. Certamente i Fattori predisponenti possono essere diversi:
– la genetica;
– il mancato allattamento al seno;
– le allergie;
– i deficit immunitari;
– le infezioni ricorrenti;
– le precarie condizioni igienico-sanitarie;
– l’esposizione al fumo passivo;
– le alterazioni a carico dell’orifizio della Tuba uditiva, come accade nella Sindrome di Down o nelle palatoschisi.
I. Quali sono le conseguenze di questa patologia in età pediatrica?
R. Le otiti medie croniche, in particolare nella fascia di età 0-3 anni, possono essere responsabili diversi problemi che attengono anche alla sfera sociale del bambino e che possono anche minare il suo sviluppo cognitivo, in particolare:
1) ritardo nell’acquisizione del linguaggio verbale;
2) presenza di difetti di pronuncia (c.d. dislalie);
3) assenza o scorretta articolazione di alcuni fonemi;
4) mancata o non corretta comprensione dei messaggi verbali;
5) Nei bambini più grandi (dai 5-6 anni in su) si possono verificare disturbi dell’apprendimento scolastico;
6) In assenza di diagnosi, gli insuccessi scolastici potrebbero creare dei contraccolpi psicologici importanti anche sull’autostima del bambino
I. Quali sono le terapie per curare l’otite media?
R. La terapia può essere medica, riabilitativa o chirurgica, a seconda del quadro clinico e obiettivo, dell’entità dell’ipoacusia e del rischio di ritardo di sviluppo.
1) La terapia medica si basa sull’utilizzo di steroidi orali, topici intranasali, mucolitici, può essere di aiuto anche la terapia termale con acque sulfuree o salsobromoiodiche che hanno proprietà antisettiche, immunostimolanti, antinfiammatorie, batteriostatiche e antimicotiche.
2) La terapia riabilitativa è volta a ripristinare la normale funzione della muscolatura tubarica e peritubarica con una rieducazione tubarica, un tipo di trattamento logopedico, funzionale non invasivo, basato su esercizi che permettono i processi fisiologici di apertura e chiusura della tuba uditiva.
3) La terapia chirurgica, invece, viene programmata dopo valutazione clinica e strumentale e viene consigliata in presenza di deficit uditivo, di sintomi vestibolari, di alterazioni strutturali dell’orecchio medio e di fattori di rischio per un ritardo dello sviluppo.
I. Quando è previsto il trattamento chirurgico per curare l’otite media?
R. Quando la terapia medica e riabilitativa non hanno successo entro 3-4 mesi dalla diagnosi, si passa al trattamento chirurgico.
I. Come avviene il trattamento chirurgico?
R. Esistono diversi tipi di interventi chirurgici:
– la miringocentesi; Questo intervento ha il fine di consentire la fuoriuscita del muco che si è accumulato nella cassa timpanica con il ripristino della funzione udutiva. Consiste nel praticare una incisione sulla membrana timpanica per consentire l’aspirazione dell’essudato endo-timpanico e lavaggi mucolitici. Tale incisione va incontro a guarigione spontanea in 24-48 ore.
– il posizionamento di un drenaggio transtimpanico; è fortemente raccomandato nei casi di bambini con perdita uditiva maggiore ai 40dB HL, nei bambini con otite media cronica persistente e nei bambini con alterazioni della funzione vestibolare o alterazioni strutturali dell’orecchio medio. Questo intervento prevede il posizionamento di un piccolo tubicino di ventilazione nella membrana timpanica che verrà spontaneamente espulso, con riparazione spontanea della membrana timpanica. Questo intervento, invece, permette di drenaggio delle secrezioni presenti nella cassa del timpano per un periodo più prolungato.
– l’adenoidectomia: in caso di ipertrofia adenoidea ostruente l’orifizio tubarico si associa l’adenoidectomia al drenaggio transtimpanico. La risoluzione dell’otite media cronica è importante al fine di evitare la stabilizzazione di una ipoacusia, che può essere responsabile dei problemi che abbiamo già indicato.
I. Ringraziamo il Dott. Roma per la sua disponibilità.
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